Il PCD del 22.07.2019 ha previsto un Nucleo di Polizia Penitenziaria a supporto delle funzioni di coordinamento del Procuratore Nazionale antimafia e antiterrorismo.
“Il tutto nasce da una decisa scelta del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il quale, da sempre attento alla valorizzazione e alla crescita del Corpo di Polizia Penitenziaria, nella sua specificità anche oltre il carcere, si è impegnato alacremente per far inserire una aliquota di poliziotti penitenziari presso la Procura Nazionale Antimafia” a dichiararlo è Daniela Caputo, Segretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Dirigenti e Funzionari di Polizia Penitenziaria.
“Il Guardasigilli, il Capo Dap e il Procuratore Nazionale Antimafia, hanno fatto sì che dal 10 settembre prossimo un Nucleo di sette unità di Polizia Penitenziaria sarà a disposizione della Direzione Nazionale, fornendo un decisivo contributo nell’attività di acquisizione ed elaborazione di dati e notizie riguardanti il circuito penitenziario dell’Alta Sicurezza e, più in generale, dei detenuti per mafia e terrorismo” afferma Caputo.
“Per la Polizia Penitenziaria si tratta di un traguardo storico che finalmente riconosce il ruolo preventivo e repressivo della Polizia Penitenziaria nel contrasto alle mafie e al terrorismo, attraverso il quotidiano monitoraggio e l’analisi dei comportamenti dei ristretti per delitti di mafia o terrorismo all’interno degli istituti penitenziari” continua Caputo.
“Esprimiamo apprezzamento per il lavoro del Ministro della Giustizia, da sempre primo estimatore della Polizia Penitenziaria e del Capo Dipartimento dell’Amministrazione, il quale sin dal suo insediamento ha dato prova concreta di attenzione al Corpo. Auspichiamo – afferma Caputo – che la stessa attenzione venga posta nella strutturazione del Corpo della Polizia Penitenziaria, così come delineata con il riordino del 2019, mediante l’istituzione delle due Direzioni Generali del Corpo, e nella valorizzazione di quelle specialità già esistenti che decenni di (mala) gestione carceraria e di miope inefficienza conservatrice hanno seriamente danneggiato”.
“Di sicuro non è ammissibile che una percentuale non irrisoria dei ruoli tecnici della Polizia Penitenziaria negli ultimi quattro anni abbia lasciato il Corpo per altre amministrazioni o enti, così come non è accettabile che l’equipaggiamento e la formazione di polizia negli ultimi decenni siano stati assolutamente trascurati” denuncia la leader dell’Associazione più rappresentativa dei dirigenti di Polizia Penitenziaria.
“La valorizzazione delle proprie professionalità è un investimento di efficienza e efficacia di una forza di Polizia moderna al servizio del Paese” conclude Caputo .