“Lo scorso 14 gennaio il Capo del Dipartimento, Bernardo Petralia, ha diffuso alle OOSS i punti fondamentali dell’organizzazione programmatica e di spesa dell’Amministrazione penitenziaria per il triennio 2021-2023” a dichiararlo è Daniela Caputo, Segretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Dirigenti e Funzionari di Polizia Penitenziaria.
“Abbiamo molto apprezzato l’analisi oggettiva e veritiera (purtroppo non edificante) dell’attuale assetto organizzativo dell’Amministrazione Penitenziaria: un assetto frammentario e senza una logica unitaria, che nell’ambizioso piano di programmazione il Capo Dap intende sostituire con una amministrazione moderna ed efficiente” dichiara Caputo.
“Con una oggettività, che raramente abbiamo ravvisato nei vertici di una amministrazione pubblica – continua la leader dei dirigenti di Polizia Penitenziaria – Petralia evidenzia come ad oggi persistano eclatanti diversità di vedute a livello territoriale, una diffusa disomogeneità nell’applicazione delle direttive e una marcata frammentarietà delle azioni messe in campo, tutti elementi da sempre denunciati da Dirpolpen per le pesanti ricadute sul personale di Polizia Penitenziaria e sulla carriera dei funzionari”.
“Per quanto ci riguarda – puntualizza il Segretario Nazionale Dirpolpen – è significativo che il Capo Dap concordi con la necessità di variare un impianto organizzativo decisamente “antistorico” e accentrato su poche figure professionali. La nascita della dirigenza della Polizia Penitenziaria è l’occasione propizia per rendere più efficiente e moderna l’amministrazione penitenziaria tutta, potendo fare affidamento su una classe dirigente di Polizia giovane e motivata, alla quale oggi occorre necessariamente dare il giusto grado di autonomia nella gestione della sicurezza e del personale del Corpo, in coerenza con le direttive del responsabile ultimo”.
“Per fare ciò – argomenta Caputo – è assolutamente necessario abolire l’anacronistica subordinazione gerarchica nei confronti dei dirigenti civili e così facendo finalmente rendere effettiva l’equiparazione del Corpo alle altre forze di polizia”.
“Apprezziamo che tra i prossimi step il Capo Dap preveda interventi sulla formazione e sull’innovazione digitale (da tempo chiediamo body cam ed equipaggiamenti per il personale di Polizia Penitenziaria), le improcrastinabili modifiche al regolamento di servizio, in conformità al nuovo dettato legislativo, e un piano graduale di assunzioni, sebbene riteniamo che i numeri previsti non siano sufficienti a fronteggiare il galoppante turnover di un Corpo che ha una media anagrafica molto alta e che ha notevolmente ampliato i suoi ambiti di intervento”.
“Auspichiamo che nella nuova architettura disegnata dalle Linee programmatiche ci sia spazio anche per la strutturazione delle due Direzioni Generali di Polizia Penitenziaria e per la definizione delle funzioni, della formazione e della mobilità dei dirigenti del Corpo. I tempi sono maturi – conclude Caputo – perché la Polizia Penitenziaria faccia quel salto di qualità che consenta di dare al cittadino un servizio efficiente di pubblica sicurezza”.