“Sebbene poco conosciuta e poco valorizzata da decenni di mala gestione, la Polizia Penitenziaria nel 2021 è un Corpo di Polizia altamente specializzato” a dichiararlo è Daniela Caputo, Segretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Dirigenti e Funzionari di Polizia Penitenziaria.
“Il ruolo della Polizia Penitenziaria è stato decisivo nella conclusione di un caso cieco risalente a 14 anni fa. Nell’estate del 2006 – racconta Caputo – uno stupro ai danni di una donna di 41 anni è stato consumato nell’hinterland milanese. Da un mozzicone di sigaretta e dai tamponi effettuati dai medici dopo la violenza viene estratto il DNA del violentatore, ma, come spesso accade, le indagini finiscono per arrivare ad un vicolo cieco e il caso viene archiviato”.
“14 anni dopo entra in gioco la Polizia Penitenziaria – dichiara la leader dei dirigenti di Polizia Penitenziaria con una punta di orgoglio – e il Laboratorio Centrale della Banca dati Nazionale del DNA, ove operano i ruoli tecnici del Corpo, sottosistema della Banca Dati Nazionale del DNA. Quest’ultima restituisce il «match»: la corrispondenza tra il profilo genetico estratto ai tempi dello stupro e quello prelevato a un detenuto recluso nel 2017 a San Vittore per un furto in un negozio. Vengono così riaperte le indagini e la vittima dello stupro riconosce l’autore di quella feroce violenza”.
“La Banca Dati Nazionale del DNA è operativa dal 2017 – spiega il Segretariato Nazionale Dirpolpen – e gestisce informaticamente i dati che le pervengono dalle Forze di Polizia, in occasione di indagini, da una parte, e dal Laboratorio centrale per i soggetti reclusi/arrestati. È una sorta di “contenitore” dove i due sottoinsiemi di dati vengono conservati e confrontati quotidianamente. In un grande lavoro di squadra, le polizie scientifiche tirano fuori i profili genetici da matrici sempre più complesse. I ruoli tecnici della Polizia Penitenziaria hanno il compito di genotipizzare sempre più detenuti per allargare la base umana “nota” al fine di dare un nome e cognome ai profili ignoti”.
“ E’ la prima volta – continua Caputo – che un caso così datato viene risolto grazie all’esito delle sue comparazioni e non possiamo che essere fieri delle professionalità della Polizia Penitenziaria del Laboratorio Centrale della Banca dati nazionale”.
“Consci della delicatezza e dell’importanza di tali professionalità da sempre chiediamo un confronto costruttivo con l’amministrazione sulle prospettive e sulla valorizzazione dei ruoli tecnici. Auspichiamo – conclude Caputo – che i vertici dell‘amministrazione sappiano dare il giusto riconoscimento alle prospettive di crescita dei ruoli tecnici del Corpo”.