“Esprimiamo grande apprezzamento per le linee guida emanate dal Ministero dell’Interno sugli interventi in caso di manifestazioni di protesta e disordini negli istituti penitenziari”. A dichiararlo è Daniela Caputo, Segretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Dirigenti e Funzionari di Polizia Penitenziaria. “Si tratta di una circolare di portata eccezionale. Per la prima volta, anche se con ritardo, l’Autorità di Pubblica Sicurezza considera la Polizia Penitenziaria operativamente parte integrante del sistema pubblica sicurezza” afferma la leader dei dirigenti di Polizia Penitenziaria. “Nonostante l’innegabile spirito di sacrificio dei poliziotti penitenziari, le rivolte di marzo scorso hanno messo in luce tutta l’approssimazione dell’Amministrazione Penitenziaria nelle modalità di gestione degli eventi a causa della impreparazione e della mancanza di equipaggiamento adeguato. A tali disordini seguirono persino clamorose evasioni di massa che un vero coordinamento tra forze di Polizia avrebbe di certo evitato” sostiene Caputo. “Sulla base della normativa vigente la circolare di Gabrielli considera giustamente il carcere territorio dello Stato e di conseguenza sfrutta le funzioni di Pubblica Sicurezza alla Polizia Penitenziaria in ambito di ordine pubblico” continua la sindacalista. “È una circolare storica che porrà fine alle pericolose derive viste nelle rivolte di inizio pandemia – continua Caputo – e di questa importante svolta non possiamo che darne atto agli attuali vertici dell’Amministrazione, che hanno condiviso la necessità del coinvolgimento di tutte le figure istituzionali nel rispetto delle singole prerogative nella gestione di disordini in carcere”. “La conseguenza logica e coerente del quadro delineato dalla circolare – conclude la dirigente – dovrà essere quella di attribuire alle figure apicali del Corpo la necessaria autonomia funzionale nell’ambito del mantenimento dell’ordine e della sicurezza, superando le attuali anacronistiche anomalie”