ROMA, 23 APR  2025 – “Le recenti dichiarazioni del dirigente civile del Ministero della Giustizia Antonio Pappalardo, non nuovo ad esternazioni quanto meno bizzarre – come già dimostrato in altre fasi delicate della storia recente del Paese – rendono ormai improrogabile una seria riflessione sull’assetto ordinamentale della Polizia Penitenziaria”.
Lo afferma in una nota Daniela Caputo, Segretario Nazionale del Sindacato dei Dirigenti del Corpo di Polizia Penitenziaria, l’organizzazione più rappresentativa della dirigenza del Corpo.
“È difficile spiegare – prosegue Caputo – come una forza di polizia dello Stato, in armi, possa ancora dipendere gerarchicamente da un’autorità amministrativa civile. I recenti fatti ci ricordano, semmai ce ne fosse stato bisogno, che serve con urgenza un riordino: la Polizia Penitenziaria deve rispondere direttamente al Gabinetto del Ministro della Giustizia, e non ad apparati civili estranei alla cultura della sicurezza e dell’operatività sul campo.”
Il Sindacato sottolinea con chiarezza che “le parole del dirigente civile in questione non riflettono in alcun modo il pensiero, il senso delle istituzioni e la professionalità della maggioranza dei dirigenti del DAP e del DGMC, che ogni giorno collaborano lealmente con il Corpo in uno spirito di rispetto reciproco. Ma è proprio per tutelare questo rapporto virtuoso che occorre isolare atteggiamenti e dichiarazioni fuori luogo.”
“Quanto al resto – conclude Caputo – il Corpo prende le distanze con fermezza e, nel farlo, si unisce idealmente alla Chiesa e alla sensibilità del Santo Padre, che con ben altro spirito si rapporta a giustizia, dignità e umanità.”