È delle ultime ore la notizia dell’ennesima evasione dal carcere di Carinola, istituto a custodia attenuata, perpetrata, come purtroppo assai di frequente, dai soliti detenuti di nazionalità albanese.
Siamo certi che il nostro Nic, di concerto con le altre forze di polizia sul territorio, sia già sulle tracce degli evasi.
Ma intanto l’amministrazione dovrebbe fare delle opportune riflessioni e adottare delle improcrastinabili misure risolutorie, piuttosto che cercare i soliti capri espiatori, come sovente accade, nel comandante o nel personale.
Sul piano della tecnologia, basterebbe usare strumenti di ultima generazione, come ad esempio il braccialetto elettronico da assegnare ad ogni detenuto, con immediato alert della sala operativa in caso di allontanamento.
Sul piano dell’organizzazione strutturale, occorrerebbe rivedere e innovare l’organizzazione del lavoro all’interno degli istituti, concentrandosi sulle operazioni di sicurezza, molto spesso routinarie e prevedibili, oltre a rivalutare i sistemi delle celle aperte, previa accurata analisi criminale dei ristretti.
Sul piano dell’impiego del personale, occorrerebbe ottimizzare il sistema delle assegnazioni degli agenti, con una necessaria e benefica equanime presenza di personale giovane e anziano, specie al sud Italia.
In buona sostanza usare con raziocinio e intelligenza strutture, mezzi, risorse tecnologiche ed economiche, selezione, formazione, assegnazioni e governo del personale, aggiungerei anche rapporti con i sindacati e relazioni istituzionali.
Chi ha avuto in mano finora questi strumenti e come li ha usati? Come si sta governando il Corpo della Polizia penitenziaria e con quale vision per il suo futuro?
La risposta è sotto gli occhi di tutti!!!
Per questo DirPolPen si impegna al fine di far uscire il Corpo di Polizia penitenziaria da un impasse che può solo nuocere al Corpo e alle sue eccellenti risorse umane!!
Intanto vicinanza e massima solidarietà al comandante e al personale di Polizia penitenziaria dell’istituto penitenziario di Carinola.
